11 novembre, 2006

Fiorella Mannoia, Ambasciatrice dell'anima brasiliana

ROMA - Caetano Veloso? ''Piu' passa il tempo piu' e' affascinante''. Chico Buarque? ''E' la testa pensante piu' importante del Brasile, un punto di riferimento per intere generazioni, mette un po' in soggezione''. Djavan? ''In Italia e' ancora poco conosciuto, e' un'anima bella e ha una voce meravigliosa'': Fiorella Mannoia, seduta su un divano all'interno di uno degli splendidi saloni dell'ambasciata del Brasile a Piazza Navona, racconta la sua esperienza con i Big della musica brasiliana che e' riuscita a riunire intorno a se' in 'Onda Tropicale', suo ultimo lavoro da domani nei negozi per la Sony Bmg.

Un progetto ''non di business o nato da accordi discografici'', ma frutto dell'amore nei confronti di una Terra e di una cultura che ama da tanto tempo. Il progetto risale a tre anni fa. La difficolta', afferma, non e' stata convincere
questi grandi artisti, che si sono subito detti disponibili. Quanto la logistica, le traduzioni dei brani e gli adattamenti,
curati da Piero Fabrizi (produttore e arrangiatore che la segue fin dal disco della svolta, 'Canzoni per parlare' del 1988) che Fiorella ha voluto far approvare definitivamente agli artisti coinvolti prima della pubblicazione. ''Mi sembrava doveroso farlo, perche' era eticamente corretto'', spiega.

Nella tracklist, brani del ricchissimo repertorio brasiliano scelti anche in base alla facilita' di traduzione: ''Abbiamo
dovuto escluderne alcuni, mi sarebbe ad esempio piaciuto cantare Um Indio di Veloso. Ma non e' semplice, in portoghese 'tu' si dice 'voce', 'cuore' 'coracon', traducendo cambia parecchio. E poi quasi tutte le canzoni sono strettamente legate al territorio brasiliano''. Anche per questo nel booklet ha voluto in fondo ai testi delle brevi note come in '13 di Maggio', di Veloso, cantata in duetto con lui: ''Non tutti possono sapere che il 13 maggio (1888, ndr.) la principessa Isabella ha decretato la fine della schiavitu'. Oppure che 'Un grande abbraccio' Gilberto Gil l'ha scritta per salutare Rio la notte prima del suo esilio in Inghilterra''.

La cultura italiana e brasiliana hanno in comune ''il gusto della melodia. Ma loro - nota Fiorella, che a gennaio partira' in un lungo tour (36 date) che la portera' nei teatri di tutta Italia - ci mettono una ritmica musicale che noi non possediamo. Sono riusciti a mantenere fieramente vive origini e tradizioni pur essendo un Paese a tutti gli effetti occidentalizzato. E non c'e' mai stata una sottomissione alla cultura musicale anglosassone''. Chi come lei ama il Brasile, al momento di lasciarlo soffre: ''E' una cosa primordiale, la parola adatta e' saudade, un mix di malinconia, mancanza e nostalgia''. E' per questo che ci torna spesso e pensa anche a ''fare un altro disco ma stavolta con tutte donne, come Maria Betania, Gal Costa e Marisa Monte''.

Tornando in Italia, cosa pensi della situazione attuale? ''Siamo in attesa di qualcuno che ci possa dare delle risposte. Pensavo che il nuovo governo questa volonta' ce l'avesse. Ci spero, ancora. Aspetto il cambiamento. Spero che questa attesa non duri troppo'', conclude.

ANSA

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